Scopri come leggere le tue analisi e portare in equilibrio il colesterolo
In questo articolo cercheremo di fare chiarezza sul “famigerato” colesterolo: attorno a questo argomento c’è una forte confusione e molte domande che spesso non trovano risposta.
Come si abbassa il colesterolo?
Quali sono i valori da guardare?
E’ possibile portare in equilibrio il colesterolo senza l’uso di sostanze nocive? Quali sono le conseguenze di un ipercolesterolemia?
Arriva per tutti quel momento in cui, dopo le festività e i lauti banchetti con i parenti, ci si ritrova con qualche chilo in più e la preoccupazione di aver un po’ esagerato.
Cosa puoi fare se nelle tue analisi trovi qualche asterisco di troppo?
Vediamolo insieme.
Cos’è (davvero) il colesterolo?
Sicuramente il primo passo è conoscere a fondo il colesterolo, troppe volte considerato ingiustamente un nemico a priori.
Infatti, al di là della sua fama e della paura di cui si è circondato, il colesterolo ha in realtà delle funzioni necessarie per il nostro organismo, potremmo dire basilari.
Ad esempio, grazie al colesterolo possiamo sintetizzare sostanze utili come la vitamina d, i sali biliari, gli ormoni steroidei (estrogeni e testosterone) e il cortisolo.
Ma non solo, un colesterolo in equilibrio permetterà di avere una membrana cellulare in salute.
Stabilito che il colesterolo in sé non è negativo ma ha le sue funzioni, cerchiamo di entrare un po’ più nel merito e capire altri due aspetti importanti: valori e tipi di colesterolo.
Come leggere i valori del colesterolo
Per cominciare prendiamo un po’ di confidenza con i termini che troviamo sul foglio delle analisi. In genere ci troviamo davanti un valore sommario che viene considerato normale quando si aggira attorno ai 200mg/dl.
Poi abbiamo due tipi di Colesterolo: HDL (colesterolo buono) ed LDL (colesterolo cattivo). Quest’ultimo quando è troppo elevato, ma soprattutto quando si ossida, può creare problemi a livello circolatorio.
Ciò su cui vogliamo focalizzare la nostra attenzione non è tanto il singolo valore quanto l’equilibrio, o il rapporto, tra tutti i valori.
In generale è buona norma dare maggiore peso al seguente rapporto: colesterolo totale diviso colesterolo buono (HDL).
Il totale di questo calcolo dovrebbe aggirarsi attorno a 4,4.
Questo valore rappresenta l’ INDICE di RISCHIO CARDIOVASCOLARE
Non tutti i laboratori di analisi rilasciano questo indice di rischio ma potete ricavarlo in maniera semplice e autonoma.
Per capirci meglio facciamo un esempio. Potrei essere turbato vedendo sulle analisi un valore di colesterolo totale a 280, ma d’altra parte guardando il colesterolo buono (HDL) mi accorgo di avere un valore pari a 80. Seguendo il calcolo fornito in precedenza: 280 diviso 80 fa 3.5, un valore più che buono.
D’altra parte potrei sentirmi rassicurato vedendo un colesterolo totale a 200 (valore di riferimento per la persona sana), ma se questo dato fosse affiancato da un colesterolo buono a 35 non sarebbe poi così positivo.
Infatti seguendo sempre il nostro indice abbiamo: 200 (colesterolo totale) diviso 35 (colesterolo buono) = 5.7, valore un po’ troppo alto.
Quindi comprendiamo come il colesterolo non è necessariamente un nemico, e che non bisogna soffermarsi sul singolo valore, ad esempio solo sul colesterolo totale, ma è importante valutare i diversi valori (totale+HDL+LDL) e il rapporto tra questi.
Ora che sai guardare con un occhio più attento i tuoi valori di colesterolo cerchiamo di capire cosa fare per gestire il colesterolo alto.
Gestire il colesterolo alto
Premessa: le seguenti informazioni si applicano ad una persona sana che si ritrova ad avere la tendenza al colesterolo alto, diversamente confrontatevi sempre con il vostro medico.
Gestire il colesterolo prevede, come buona parte dei nostri problemi di salute, un approccio a 360 gradi.
Prima di stravolgere l’alimentazione e assumere farmaci è bene prendere atto di un dato interessante: il 70/80% del colesterolo viene prodotto dal fegato, si parla in questo caso di colesterolo endogeno.
Se quindi vi è uno squilibrio sul colesterolo non si può ignorare il fegato. E’ necessario sostenere questa preziosa ghiandola con una alimentazione detossinante per almeno 4 settimane (ma si può dover arrivare a 12) e supportare il tutto attraverso l’uso di fitoterapici come il desmodium adscendens nella sua variante africana.
Questa pianta, di cui abbiamo già ampiamente discusso, favorisce la rigenerazione delle cellule del fegato.
E se la detossinazione non è stata sufficiente ad equilibrare il colesterolo? Vediamo un altro punto importante.
Colesterolo: i rimedi più consigliati
Nella medicina tradizionale il trattamento contro le ipercolesterolemie prevede l’uso di statine farmacologiche, il cui scopo primario è inibire il colesterolo endogeno (quello prodotto dall’organismo).
Nella medicina integrativa o naturale, invece, molti suggeriscono l’uso di rimedi a base di riso rosso fermentato, conosciuto anche con il nome di Monacolina K.
Diversi studi hanno dimostrato come l’uso prolungato di statine possa creare problemi a livello muscolare, circolatorio e del fegato.
La Monacolina k, per quanto possa essere reclamizzata come prodotto naturale, non ha subito una vera e propria standardizzazione nella composizione e quindi potremmo imbatterci in prodotti con questo nome che però contengono anche sostanze che danneggiano le cellule (idro-monacoline).
Se invece vogliamo rivolgerci alla natura ed evitare l’uso di statine e dei loro effetti collaterali, ci sono alcune piante e sostanze vegetali che possono essere davvero utili.
Phyllanthus Niruri
Questa pianta ha un’azione sull’abbassamento del colesterolo perché riesce ad aumentare l’HDL.
A sua volta l’HDL, operando come una sorta di “spazzino”, cattura l’LDL e ne favorisce l’eliminazione.
Bergamotto
I suoi polifenoli sono antiossidanti naturali di cui è stata scientificamente dimostrata l’efficacia nella riduzione del colesterolo, sui cui livelli agirebbero da statina naturale, oltre che dei trigliceridi e della glicemia.
Berberis aristata (Crispino)
La sua berberina estratta dalla corteccia ha un’azione benefica sull’abbassamento sia del colesterolo che della glicemia, come confermato da uno studio pubblicato nel 2004 su Nature.
Un’altra sua importante caratteristica è che non solo non è epatotossica ma anzi ha una funzione anti steatosica (fegato grasso) e anti infiammatoria.
Soia
La soia contiene alcune molecole dette fitosteroli che sono direttamente coinvolte nella riduzione dell’assorbimento intestinale del colesterolo, perché ne inibiscono il passaggio attraverso la mucosa intestinale.
Oltre a questo i fitosteroli sono anche dei potenti antiossidanti che riducono il rischio cardiovascolare modulando l’ossidazione a carico delle LDL
Betaglucani
Sono polisaccaridi che, pur avendo una bassissima digeribilità, sono metabolizzati favorevolmente dal nostro microbiota intestinale favorendone il funzionamento.
Grazie al lavoro svolto sul microbiota intestinale questi polisaccaridi influiscono anche sulle funzioni metaboliche, in particolare favorendo l’equilibrio dei livelli di colesterolo cattivo, riducendo l’assorbimento degli zuccheri, controllando i livelli della glicemia e modulando favorevolmente il sistema immunitario.
Esistono nutraceutici a base di Phyllanthus Niruri, polifenoli da bergamotto, berberina, fitosteroli vegetali e betaglucani che aiutano a ripristinare i valori corretti del colesterolo.
Per concludere
Prima di concludere vorremmo darti un ulteriore input. Abbiamo parlato di come il fegato gestisce il colesterolo. Il colesterolo è un lipide e la nostra membrana cellulare è composta da vari lipidi.
Ti interesserebbe sapere lo stato di salute non solo del colesterolo ma di tutta la cellula e individuare eventuali stati di infiammazione che sfuggono ad altri tipi di analisi?
Lipidomica
La lipidomica è un’analisi del sangue che consente di valutare la composizione della membrana cellulare, in particolare la membrana dei globuli rossi.
Attraverso questo studio si valuta:
- l’equilibrio tra i vari lipidi
- se ci sono carenze o eccessi di grassi
- se ci sono processi infiammatori nascosti (infiammazioni di basso grado)
Questo tipo di infiammazioni sono molto dannose, perché scatenano vere e proprie patologie.
La comunità scientifica è concorde nell’attribuire a questo tipo di infiammazioni l’origine di tutte le patologie, dai tumori alle malattie autoimmuni, dai disturbi cardiocircolatori a quelli neurodegenerativi.
Ti interessano maggiori informazioni sulla lipidomica? Contattaci per saperne di più!
Ci auguriamo che questo articolo abbia fatto chiarezza sull’argomento colesterolo e che tu possa trarne beneficio.
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